Il diritto alla famiglia

Ogni anno, il 20 novembre, si celebra la Giornata mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza, un’occasione per ricordare l'adozione della Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959) e della Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'adolescenza (1989) da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Quest'ultima ha segnato una svolta storica in ambito normativo poiché per la prima volta il minore viene visto come un soggetto di diritto meritevole di ascolto, rispetto e protezione. Celebrare i diritti dei bambini rappresenta un gesto di profonda responsabilità e umanità volto a creare una società giusta affinché ogni bambino, ovunque si trovi, possa crescere in sicurezza, protetto e avvolto dall’amore e dalle cure che ognuno di noi merita. 

All'interno della Convenzione, uno degli articoli che meglio si lega alla mission del Servizio Affidi Provinciale, gestito da Forme, è il nono: “Gli Stati parti vigilano affinché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro la loro volontà a meno che le autorità competenti non decidano, sotto riserva di revisione giudiziaria e conformemente con le leggi di procedura applicabili, che questa separazione è necessaria nell’interesse preminente del fanciullo. Una decisione in questo senso può essere necessaria in taluni casi particolari, ad esempio quando i genitori maltrattino o trascurino il fanciullo, oppure se vivano separati e una decisione debba essere presa riguardo al luogo di residenza del fanciullo”.

In altre parole, l'articolo nono invita gli Stati a vigilare affinché i minori non vengano separati dalla propria famiglia d’origine se non in situazioni di incuria, abuso o maltrattamento. Ciò che orienta le azioni delle nazioni, degli enti e dei servizi è il miglior interesse del minore

Si parte dal presupposto che il miglior luogo di vita e di crescita per un bambino sia la famiglia d’origine. Può succedere che, in alcuni momenti o circostanze, la famiglia non riesca ad individuare i reali bisogni del figlio o, pur riconoscendoli, non riesca rispondere in modo adeguato alle richieste del bambino.

Di fronte a tali situazioni ci possono essere diverse possibilità: l’affido familiare è una tra queste. Potremmo definire l’affido come un intervento di protezione e sostegno che consente al minore di vivere, per un periodo di tempo che varia di situazione in situazione, a contatto con una famiglia d’appoggio, mentre i genitori affrontano le proprie difficoltà e lavorano per recuperare le proprie capacità genitoriali. Il fine ultimo dell’intervento è quello di favorire il ritorno del bambino nella famiglia d’origine.

Nel contesto della provincia di Sondrio la cooperativa sociale Forme, in collaborazione con gli uffici di Piano di Sondrio, Tirano, Bormio, Morbegno e Chiavenna, dal 2010 si occupa della tematica dell’affido familiare attraverso l’operato del Servizio Affidi Provinciale, organizzando attività di sensibilizzazione, formazione, conoscenza e accompagnamento delle famiglie affidatarie.

Intraprendere un percorso di affido significa aprire la porta della propria casa e del proprio cuore a bambini e ragazzi offrendogli stabilità e serenità, senza mai spezzare il loro legame con la famiglia d’origine. È un percorso che, seppur richieda disponibilità e sensibilità, vuole che gli affidatari vengano accompagnati mediante percorsi di formazione e supporto professionale durante tutto il periodo. Il Servizio Affidi Provinciale prevede anche incontri mensili mediante gruppi di sostegno per famiglie che hanno progetti di affido in atto, grazie ai quali viene favorito lo scambio e la conoscenza tra le famiglie affidatarie.

Novembre è il mese che più di tutti porta a riflettere sull’importanza di valorizzare i minori e la loro voce. Molto spesso gli adulti, trincerandosi dietro la logica del “so cosa è meglio per te”, ignorano deliberatamente il verbo proferito dalle giovani menti, sottovalutando il loro punto di vista. A questo proposito vorremmo consigliarvi il libro: Le case di Luca di Roberto Piumini, con le illustrazioni di Stefania Vincenzi. Si tratta di una commovente storia sul tema dell’affido visto attraverso gli occhi di Luca, un ragazzino che racconta nel suo diario segreto le paure, le fatiche e le speranze che sono comuni a molti bambini che stanno affrontando un periodo di affido.

Nel diario Luca scrive:

“Quando ci sono famiglie che hanno problemi, come la vostra, i bambini, o uno di loro, possono andare per qualche tempo in un’altra famiglia, finché le cose si sistemano.” 
Sono rimasto zitto, poi ho detto: “Ma cambiano famiglia?” 
“No, certo, la loro famiglia è sempre quella. È una specie di vacanza dalle preoccupazioni.”

 

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