Fortunatamente i nostri bambini non hanno conosciuto direttamente che cos’è la guerra e quali conseguenze devastanti porta nella vita di ciascuno. Ma in questo periodo i bambini sono comunque “bombardati” dalle notizie agghiaccianti della guerra in Ucraina e stanno cercando di comprendere che cosa succede e perché.
Da genitori vorremmo idealmente proteggerli e tenerli all’oscuro di tutto, pensando che non parlarne sia la scelta migliore per loro. Poi un giorno arrivano a casa e chiedono “Mamma, papà che cos’è la guerra?”
La loro sana curiosità ci pone di fronte alle nostre stesse paure e preoccupazioni relative al periodo di incertezza che stiamo vivendo, tra le quali la paura dell’inizio di una nuova grande guerra.
Le emozioni che proviamo non possono essere negate, piuttosto dobbiamo trovare un modo coerente per condividerle. E’ impossibile nascondere i nostri sentimenti allo sguardo attento dei bambini che ci osservano per capire cosa proviamo, cosa sentiamo, cosa sta succedendo.
Anche i bambini respirano ogni giorno questo clima di incertezza e possono provare emozioni intense come paura, rabbia e angoscia.
Nei momenti di incertezza i bambini osservano i comportamenti degli adulti, cercando così di intuire come funziona il mondo. Per questo è ancora più fondamentale, in questa situazione, curare il modo in cui interagiamo con loro, per rispondere ai loro bisogni di prevedibilità e di sicurezza.
Innanzitutto affinché i bambini si sentano al sicuro è necessario che siano certi che possono fidarsi degli adulti di riferimento.
Solo così possono sentirsi liberi di fare domande, con la certezza di ricevere risposte coerenti, che non minimizzino né enfatizzino i fatti.
Aiutiamo quindi i bambini a chiedere quello che vogliono sapere e sentiamoci in diritto di dire loro che non abbiamo le risposte quando veramente non le abbiamo. Minimizzare, dire loro che la guerra è lontana e che noi siamo al sicuro è una mezza verità. Quando il bambino chiede cerchiamo di fornire risposte comprensibili per la loro età, diamo loro parole per organizzare gli eventi e aiutiamoli ad esprimere le loro emozioni. È importante essere onesti e non ostacolare i loro tentativi di pensare e magari di fornire soluzioni: ragioniamo insieme a loro, ci potranno insegnare a vedere il mondo da un’altra prospettiva!
Questo atteggiamento di ascolto e dialogo è importante poiché quando i bambini non vengono correttamente informati si fanno comunque una loro idea personale degli eventi, ma spesso questa idea è più drammatica e spaventosa della realtà.
Quando parliamo con i bambini degli eventi che stiamo vivendo è altrettanto importante la vicinanza fisica ed emotiva: tenere il bambino vicino, parlare in modo aperto di quello che sta succedendo e al tempo stesso trasmettere un messaggio di speranza, ad esempio dicendo “sta succedendo qualcosa di brutto che non dovrebbe accadere, ma tutti stanno tentando di porre fine a questa brutta guerra, i capi di Stato si stanno parlando per capire come arrivare alla fine di tutto questo”, “ è normale che tu possa essere preoccupato/a per la guerra”, “ quando hai paura, ti senti triste o vuoi sapere qualcosa puoi chiedere aiuto o dire come ti senti ad una persona di cui ti fidi, la mamma o il papà o le insegnanti”.
Articolo a cura di:
Marta Mancino - Psicologa e psicoterapeuta
Forme Impresa Sociale